Sembra di sì. Gli scienziati cinesi sono stati i primi a studiare le anomalie del comportamento animale prima di un sisma, raccogliendo numerose segnalazioni: cavalli che nitrivano impazziti cercando di scappare, serpenti che uscivano dalle tane in pieno inverno, cani che fuggivano dalle abitazioni. Negli Usa e Giappone sono invece in corso ricerche sulla sensibilità degli animali ai segnali, fisici o chimici, che precedono un terremoto. Tra i più ricettivi ci sono i pesci gatto, che pare percepiscano le debolissime correnti elettriche che si sviluppano in acqua a causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le rocce prima di una scossa tellurica. Questi pesci, di solito molto pigri, alcune ore prima di un sisma diventano attivissimi. I cani sembra siano innervositi dai gas che fuoriescono dalle microfratture delle rocce prima del sisma, mentre i ratti avvertono le variazioni nella concentrazione di ioni nell’aria. Gli scienziati escludono la possibilità di prevedere i terremoti basandosi solo sull’osservazione degli animali (che possono essere disturbati da altri fattori). Pensano però di sfruttare le informazioni per costruire apparecchi che rilevino quelle stesse piccole variazioni che allarmano gli animali.
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